Nei momenti difficili come quello che stiamo tutti vivendo non si contano più le iniziative di solidarietà per portare assistenza a chi ne ha più bisogno. In Svizzera è notevolmente sviluppato il mecenatismo associazionistico che ha permesso ai privati e alle società di partecipare in modo virtuoso e significativo, attraverso una fondazione o un’associazione, al finanziamento di importanti progetti e attività nel campo culturale, ma anche e soprattutto nell’aiuto sociale e della ricerca scientifica.
Mai, come in questo momento, abbiamo bisogno di sostenere quegli enti che si adoperano per fornire assistenza ai più deboli e fornire mezzi a chi si occupa di cercare soluzioni scientifiche che possano trovare un vaccino o che possano dotarsi di strumenti idonei a far fronte a questa pandemia.
È quindi importante che si sostengano questi enti anche dal profilo finanziario e che questo gesto sia ripagato altresì dal profilo delle deduzioni fiscali.
Il nostro Governo, nella conferenza stampa di sabato scorso, aveva lasciato intendere che le misure a sostegno dell’economia sono ispirate a quanto hanno varato le autorità della vicina penisola toccate prima di noi da questa tremenda pandemia. In Italia sono state pubblicate le deduzioni fiscali previste per chi sostiene gli enti che operano nell’assistenza o che si occupano della ricerca scientifica chiedendo che vengano accordate maggiori deduzioni per chi le sostiene.
Ecco: prendiamo allora esempio anche in questo ambito e aumentiamo le deduzioni fiscali per chi dona a chi è attivo in questi settori. Ricordo, a tal proposito, che sono deducibili sia dall’imposta federale diretta (competenza federale) sia dall’imposta cantonale, le prestazioni volontarie e in altri beni che una persona fisica effettua ad un ente di pubblica utilità nel limite del 20 per cento del reddito netto imponibile. Tali percentuali sono anche applicate per le persone giuridiche (sono in effetti considerati oneri giustificati dall’uso commerciale le prestazioni volontarie in contanti o in altri beni a persone giuridiche di pubblica utilità fino a concorrenza del 20 per cento).
Sfruttando il margine di manovra che lascia la legge sull’armonizzazione delle imposte dirette (LAID), il Canton Ticino ha già adottato una norma che permette, a determinare condizioni, un innalzamento delle deduzioni massime per liberalità a favore del Cantone, dei Comuni e dei loro stabilimenti (o a favore delle persone giuridiche controllate dal Cantone o dai Comuni e dichiarate esenti) sino al 50 per cento. Il Cantone potrebbe ulteriormente prevedere un disposto che vada ad aumentare il limite del 20 per cento per quelle persone o società che decidono di sostenere quegli enti (che beneficiano dell’esenzione fiscale o sono dichiarati esenti per legge) che si adoperano nel fornire aiuti sociali o che si impegnato nella ricerca scientifica per trovare un vaccino.
A livello federale si è da poco conclusa la consultazione sull’iniziativa parlamentare (del 9 dicembre 2014 del consigliere agli Stati Luginbühl) concernente il diritto delle fondazioni, specificatamente «Rafforzare l’attrattiva svizzera». Nelle proposte contenute nel rapporto della Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati vi sono delle misure a carattere fiscale, come quella di privilegiare fiscalmente le liberalità provenienti dalla successione e la possibilità di riportare una donazione su periodi successivi.
Basterebbe evadere celermente questa iniziativa e inserire una nuova proposta che vada nel senso sopradescritto. Se si vuole si può agire celermente anche in questo ambito; un piccolo gesto, paragonato ad altri, ma che va nella giusta direzione e per una volta, vista la situazione, sarebbe il caso di muoversi molto più velocemente del solito.
Fonte: Corriere del Ticino – 21 marzo 2020