Nel commento politico di venerdì, Gianni Righinetti ha definito le proposte del Governo «un passo coraggioso e lungimirante», oltre che coerente con le decisioni del 2019, affermazioni che condivido.
Non appena le proposte di riforma della fiscalità sono state rese pubbliche, immediatamente si è scatenata la battaglia politica dei contrari, con commenti negativi sulla maggior parte delle proposte e – come spesso accade – la minaccia di referendum da parte della sinistra. Saremmo pertanto, secondo Righinetti, in un «caos politico» e «nessun Paese si evolve nel caos».
Mi permetto di ribadire una volta ancora che il nostro sistema fiscale deve essere reso più concorrenziale, ma allo stesso tempo dimostrare che l’equità non si limita alla redistribuzione della ricchezza ma anche tenere conto delle trasformazioni del nostro modo di vivere in società. Ma l’aspetto più rilevante è quello che la ricchezza deve prima essere creata per poi poter successivamente essere ridistribuita, e per questo la presenza sul nostro territorio di persone facoltose è indispensabile e occorre quindi trattenerle in Ticino (ricordo che, pochi giorni or sono, il Consiglio di Stato ha reso pubblici i dati di queste partenze) oltre che attrarne delle nuove.
Occorre ribadire che le proposte fiscali non sono in antitesi con il risanamento delle finanze, anche se da sinistra si fa volutamente leva su questa problematica. In quest’ottica, è giusto spiegare ai cittadini che il ritorno del moltiplicatore cantonale al 100% è una misura che permette di creare lo spazio di manovra finanziario necessario, senza decurtare le prestazioni. Mi sembra giusto ricordare che il moltiplicatore, utilizzato come misura finanziaria, ha l’effetto di concedere uno sgravio fiscale «a innaffiatoio», proprio quanto la sinistra vorrebbe evitare, mentre le proposte di riforma fiscale sono mirate e vanno a migliorare la fiscalità in ambiti importanti per i cittadini e il Paese. Per questo motivo invito le forze politiche a confrontarsi sulle proposte, invece di opporsi «per principio» a qualsiasi manovra fiscale, come se questo tema dovesse sempre rappresentare «un regalo avvelenato» per qualcuno. Forse mi illudo, ma spero vivamente che in Gran Consiglio si potrà affrontare una discussione franca e anche dura ma senza dimenticare che solo una fiscalità attrattiva garantisce le risorse necessarie a mantenere gli aiuti sociali indispensabili per alcune fasce della nostra popolazione. Il vero timore non è, comunque, per riprendere l’espressione di Righinetti, quello del «caos» politico: ognuno si assumerà trasparentemente le sue responsabilità, come normale e salutare in democrazia. Ciò che dobbiamo temere non è il confronto ma l’immobilismo.
Fonte: Corriere del Ticino – 17 luglio 2023