La fiscalità ticinese in una società che cambia

Ho sempre sostenuto che il Ticino deve impegnarsi per essere maggiormente concorrenziale dal punto di vista fiscale, sfruttando le opportunità di legiferare che gli offre il nostro sistema federalista.

Tante sono infatti le riforme che possono essere oggetto di proposte politiche: penso alla successione aziendale, ai prelievi sui capitali della previdenza, ed al settore delle imposte di successione e donazione che tratterò qui di seguito.

Il nostro Cantone è in ritardo, ma può ottenere in modo relativamente semplice un doppio risultato: rendere il sistema fiscale più concorrenziale, e dimostrare che l’equità non si limita alla redistribuzione della ricchezza ma significa anche tenere conto delle trasformazioni del nostro modo di vivere in società. La famiglia non è più quella di una volta: ormai dovrebbe essere chiaro a tutti, e l’elettorato sembra averlo capito benissimo. Per questo motivo è riuscita, tra l’altro, l’iniziativa popolare lanciata dalle donne liberali svizzere, che punta a eliminare la penalizzazione fiscale dei coniugi e delle persone che vivono in un’unione registrata.

Che la società stia evolvendo, non sembra però ancora essere una constatazione recepita dalla fiscalità ticinese. Per concubini, vedovi, divorziati che per scelta di vita non si sposano più – categorie di persone sempre più presenti nella nostra società – nel nostro Cantone persiste infatti un trattamento ingiusto, quando si tratta delle imposte di successione (tema già pendente in Parlamento). Per esempio, se una donna vuole donare o lasciare in eredità al proprio compagno di una vita una parte del suo patrimonio, sarà assoggettata all’aliquota massima, fino a uno stratosferico 41%, quasi la metà del valore di ciò che si devolve in eredità! Se questo lascito consiste nella casa condivisa dalla coppia, è facile che questa punizione imponga al superstite di vendere l’immobile (o di ipotecarlo) per pagare le imposte, con tutte le conseguenze anche emotive che ciò comporta.

Questo sistema non è soltanto dannoso, ma anche beffardo, perché di fatto provoca crescenti perdite fiscali al nostro Cantone. Molti contribuenti, sentendosi esposti al rischio di una tassazione esagerata sul patrimonio di una vita, praticano infatti il classico «voto con i piedi» e decidono di trasferirsi in altri Cantoni, che non conoscono questa imposta o la conoscono in versione «soft».

Uno di questi rifugi, purtroppo per noi, è geograficamente vicinissimo: si tratta del Canton Grigioni, che già applicava un’aliquota attenuata: nel 2019 ha infatti riformato la sua legge fiscale concedendo l’esenzione per le imposte di successione (e donazione) per i concubini. In pratica, le nostre attuali aliquote sono un invito a fare le valigie. Il potere del federalismo è dato anche dall’opportunità che ci offre di correggere i nostri errori, imitando ciò che funziona in altri Cantoni. In campo fiscale, dobbiamo quindi solo seguire questi esempi virtuosi per ottenere – in un colpo solo – un cambiamento che ci assicura più concorrenzialità fiscale e un approccio più equo alla nuova realtà delle relazioni sociali.

Fonte: Corriere del Ticino – 21