Le imposte sono certe ma il gettito fiscale no

Pochi giorni fa mi è stato chiesto se ero certa di un’informazione; risposi, preliminarmente, che di certo vi sono unicamente le tasse e la morte. Per quanto attiene al primo tema ricordo che le imposte ordinarie (sul reddito e la sostanza per le persone fisiche e sull’utile e il capitale per le persone giuridiche) sono oggetto di armonizzazione fiscale a livello federale. Il che sta a significare che la determinazione della base imponibile è definita dalla legislazione federale, mentre i Cantoni sono autonomi per stabilire l’ammontare delle deduzioni (e non le deduzioni in quanto tali) e le aliquote impositive. Mi sembra opportuno rimarcare che un recente studio dell’Università di Lucerna sulla fiscalità delle persone fisiche ha messo in rilievo due dati politicamente significativi a livello nazionale: per quanto attiene all’imposta sul reddito, l’1% dei contribuenti genera il 25% del gettito, il 10% corrisponde il 50% del gettito. Dall’altra parte il 50% dei contribuenti con minor reddito produce soltanto l’11% del gettito. La conclusione dello studio è che il sistema fiscale svizzero, che genera annualmente 52 miliardi di franchi in imposte sul reddito, contribuisce in modo sostanziale a una redistribuzione della ricchezza dalle classi più abbienti a quelle con minori entrate.

Il Ticino non fa eccezione, anzi, l’ho più volte scritto che la nostra fiscalità è estremamente generosa (basti pensare che le deduzioni sociali sono le più alte della Svizzera e che il 25% dei contribuenti non paga imposte). Ho già scritto della poca competitività delle aliquote per quanto attiene alle persone giuridiche, tanto che il nostro Cantone è stato relegato all’ultimo posto e lo rimarrà ancora, per i prossimi anni, nonostante il messaggio di inizio luglio del Consiglio di Stato.

Dopo queste cifre alcune riflessioni si impongono. Per quanto riguarda le persone fisiche anche il «Tages Anzeiger» di Zurigo, quotidiano notoriamente vicino alle posizioni della sinistra, ha messo in evidenzia i risultati dello studio mettendolo in contrapposizione alla posizione dei Giovani socialisti che hanno lanciato l’iniziativa a favore di un’imposta «sulla ricchezza», che dovrebbe andare a colpire quell’1% dei contribuenti che concorre in larga misura al gettito complessivo delle persone fisiche.

L’idea dell’iniziativa, sulla quale andremo a votare, è di arrivare a racimolare da 5 a 10 miliardi di franchi dall’1% della popolazione abbiente che vive grazie ai redditi generati dai capitali investiti. La proposta non tiene conto che se anche solo la metà di questi contribuenti (che hanno una mobilità elevata) dovesse lasciare il nostro Paese, verrebbero a mancare perlomeno 6-7 miliardi di franchi di gettito (50% del 25% di 52 miliardi). Già solo questo dato indica la pericolosità di questo tipo di approccio alla fiscalità.

Per quanto concerne le persone giuridiche mi limito a ricordare che a inizio luglio il Governo cantonale ha promulgato le proposte fiscali per gli anni a venire. Questo ha generato delle reazioni molto tiepide da parte della maggioranza dei partiti rappresentati in Parlamento. A settembre la speciale sottocommissione della gestione dovrà discutere queste proposte. Samuele Vorpe, da queste colonne, ha già messo in evidenza le criticità del progetto di legge, suggerendo di scindere le misure in due distinti pacchetti (uno sugli adeguamenti obbligatori alla LAID e l’altro sulle proposte attinenti alle aliquote). In questo momento non mi sembra opportuno entrare nei dettagli tecnici delle modifiche di legge, ma ritengo indispensabile rivolgere un appello alla classe politica affinché questa discussione venga affrontata in modo razionale e senza ricadere in dogmi ideologici.

Le cifre che ho evidenziato devono fare riflettere sulla necessità per il nostro Cantone di mantenere perlomeno il gettito necessario per alimentare la spesa sociale (che lo ricordo ammonta a 1,5 miliardi di franchi annui).

Per non assistere alla morte della competitività fiscale del nostro Cantone è vitale affrontare immediatamente e celermente il messaggio del Governo e trovare le soluzioni politiche adeguate all’urgenza della situazione e da subito lanciare una discussione sulla fondamentale riforma generale di tutto il sistema impositivo del nostro Cantone.

Pubblicato su: Corriere del Ticino – 14 agosto 2019