Sin da adolescente seguo (anni di più anni di meno) la rassegna cinematografica che si svolge durante 10 giorni a Locarno. Il mio pane quotidiano è la fiscalità (sulla quale tornerò) ma prima vorrei soffermarmi sulle altre ‘F’.
Futuro del Festival: il presidente Solari, durante la serata finale, e in vari interventi a eventi o sui media ha evidenziato come sia indispensabile garantire un sostegno finanziario al festival affinché possa rimanere competitivo (tra i migliori al mondo) ma comunque indipendente. La politica ha già marcato presenza, non solo con i begli interventi dei due ministri della cultura (il consigliere federale Alain Berset e il consigliere di Stato Bertoli al monte Verità) ma con la partecipazione di esponenti politici di tutti i partiti alla manifestazione (Alessandro Spano da queste colonne e Giovanni Merlini su quelle del ‘Corriere del Ticino’ hanno già evidenziato come sia importante il prossimo finanziamento che dovrà votare il nostro Parlamento). Ma anche i privati devono e possono fare la loro parte, dal singolo cittadino (versando un contributo volontario al festival che è fiscalmente deducibile) alla grossa azienda (che indubbiamente godrà di una visibilità a livello internazionale senza pari).
Femmine: anche il festival del film di quest’anno è stato donna, un esempio su tutti la nuova direttrice artistica Lili Hinstin, che ha indubbiamente già dato una sua impronta significativa alla rassegna, senza contare la bellissima presentatrice Giada Marsadri. Ogni sera che passava si percepiva la complicità che andava in crescendo tra le due: Giada che spronava Lili a svelare dei dettagli sulla scelta del film che si sarebbe andato a vedere. La direttrice artistica ha voluto per la serata inaugurale un’opera prima di una regista donna (Ginevra Elkann), il grand prix du public è stato assegnato al film Camille (storia vera della fotoreporter Lepage che oltre ad aver testimoniato con le sue foto il conflitto nel Continente nero ha perso la vita in quel paese per seguire i propri ideali). Se le femmine del festival (non me ne vogliano tutti gli uomini che fanno parte dell’organizzazione e hanno lavorato in modo strepitoso) hanno potuto avere questa visibilità e questa opportunità è grazie alla lungimiranza di un uomo: il presidente Marco Solari. In questo caso abbiamo l’eccezione che conferma la regola, dietro delle grandi donne c’è un grande uomo e l’assegnazione del premio della Fondazione Bonny è la miglior conferma.
Fiscalità: in questo settore la regola viene invece confermata, la fiscalità può giocare un ruolo se non fondamentale, perlomeno significativo. E mi spiego. In altri Paesi europei (e il Belgio è capofila come offerta propositiva) si è introdotto il “tax shelter”. Il “tax shelter” è un incentivo fiscale federale destinato a sostenere la produzione e la realizzazione di opere audiovisuali e che permette ad una società che investe in questo settore di avere una deduzione fiscale. È evidente come nei paesi che hanno introdotto questo sistema di deduzione fiscale (oltre ad altri incentivi per la produzione) creano una concorrenza anche in questo settore da non sottovalutare. La Svizzera deve dimostrarsi al passo e approntare quelle giuste ed equilibrate riforme fiscali anche in questo settore. Così facendo si promuoverà il territorio e si potrà generare del nuovo indotto fiscale che proviene da questo settore. Gli aiuti erogati in questo settore (la Direttrice della cultura, signora Chassot è molto attenta) non sono purtroppo sufficienti a renderci competitivi nei confronti degli altri Stati europei.
Non perdiamo il treno e diamoci da fare tutti per sostenere queste riforme. Pur guardando, quasi esclusivamente, i film in piazza, mi piacerebbe continuare ad assaporare quell’atmosfera magica e indescrivibile… Forza Festival e noi tutti lavoriamo per il suo futuro e per quello della competitività nella produzione dell’audiovisivo.
Pubblicato su: laRegione – 27 agosto 2019