Intervento del 04.05.2016 ripreso dal Corriere del Ticino

Prima Biennale di i2a a Villa Saroli

Il week end scorso si è conclusa la prima Biennale di i2a.
Questa manifestazione ha evidenziato il ruolo di i2a istituto internazionale di architettura nel dialogo con tutti gli attori coinvolti ed il rinnovato vigore e l’identità dell’istituto da quando si è trasferito a Villa Saroli. i2a si propone come interfaccia per il dialogo tra tutti gli attori che hanno a cuore il territorio nel senso più ampio del termine, portando a Lugano un evento al quale hanno preso parte diverse personalità che hanno saputo trasformare un importante incontro culturale ticinese in un momento di riflessione anche per le altre regioni svizzere. Un’occasione per riflettere su quelli che sono gli odierni cambiamenti territoriali in corso nella Svizzera Italiana agli osservatori sia interni sia esterni. In sintonia con la vocazione propria di i2a quale forum di architettura e cultura urbana, luogo di scambio e di incontri, aperto sia agli esperti che ai cittadini, un mix di conferenze, tavole rotonde, dibattiti, interviste, proiezioni di film, visite guidate alla città e ad uno dei suoi nuovi luoghi cardine, il LAC, ha messo al centro della discussione il territorio, i suoi cambiamenti e il suo sviluppo futuro. Un fil rouge continuamente ripreso dall’istituto nelle sue attività: non vi è stata conferenza o inaugurazione di mostra tenuta nella sede di Villa Saroli dove non ci si sia interrogati sull’evoluzione in atto e sul futuro da dare a questo bene prezioso, caro a tutti noi.
La Biennale ha saputo quindi dare un chiaro contributo al dialogo, allo scambio e al confronto che sono necessari tra autorità, addetti ai lavori e cittadini. La metamorfosi del territorio è costante e dinamica, avviene con o senza il nostro intervento: quello che i2a desidera promuovere è la consapevolezza del cambiamento in atto e della necessità di indirizzalo, per quanto possibile, in modo virtuoso. Imparando, se del caso, anche da altre realtà.
Occorre interrogare il territorio su una scala più ampia che non quella locale, poiché oggi tutto è fluido e aperto, le relazioni si moltiplicano così come le interdipendenze anche dei territori. Gli oltre 200 partecipanti che hanno preso parte alle diverse attività sono la perfetta rappresentazione di questo pensiero: il saluto portato dal Sindaco di Lugano Marco Borradori, il significativo discorso del Consigliere di Stato Claudio Zali che ha anticipato un progetto nel quale crede e ci ha parlato delle sue visioni e l’intervento dell’ex Sindaco di Losanna Yvette Jaggi sono stati accolti in modo positivo e propositivo da una platea variegata composta sia da addetti ai laovori del Canton Ticino e della stessa Città di Lugano, ma anche di istituti d’eccellenza come l’EPF Losanna, l’ETH Zurigo, l’Università di Ginevra, l’Accademia di Architettura di Mendrisio e l’USI insieme all’Ufficio Federale dello sviluppo territoriale (ARE) e le associazioni di categoria come la FAS Federazione Architetti Svizzeri, la SIA Società Svizzera degli Ingegneri e degli Architetti e la FSU Federazione Svizzera degli Urbanisti. In chiusura della tre giorni abbiamo avuto il piacere di ascoltare la sintesi di Martin Heller, imprenditore culturale. La Biennale è stata un evento intenzionalmente plurale con il fine di creare emulazione, tra il pluri-culturale e il pluri-disciplinare, tra l’esperienza e la testimonianza, l’oggi e il domani, la competenza e la convivialità.
La Biennale i2a non si è però conclusa: la mostra inaugurata la prima sera, Horizontal metropolis, continua fino alla fine di giugno; il finissage dell’evento è previsto nell’autunno del 2017. L’apertura della prossima Biennale avrà luogo nell’aprile del 2018. Ma i2a non si ferma, sarà più dinamica che mai, analizzando e promuovendo riflessioni a tutto tondo partendo dai semi sparsi nei giorni scorsi: dialoghi per un pubblico il più ampio possibile, corsi per i più piccoli, workshop e mostre. Ludovica Molo (direttrice dell’istituto), nel suo discorso inaugurale ha caratterizzato i2a con tre “P”, segnatamente piccoli, privati e poveri. i2a è ancora piccolo, ma di qualità con un’equipe molto dinamica.
L’ente pubblico non può arrivare dappertutto e ciò non sarebbe neanche stimolante o formativo. In fondo, l’aggettivo “privato” calza quindi a pennello, in quanto sono le realtà come la nostra che devono e possono offrire spunti di riflessione, e permettere a tutti gli attori di potersi esprimere. Per questo, abbiamo però bisogno del sostegno di tutti. Invito tutti a visitarci nei nostri spazi e a voler diventare amici dell’associazione i2a: il sostegno è fondamentale per il dibattito globale. Il sostegno di tutti ci permetterà di aggiungere una quarta “p” al nostro profilo, saremo ancora più propositivi.

Simona Genini
Presidente associazione i2a friends