I temi fiscali non sono mai un argomento facile da affrontare in votazione popolare. Sentimenti contrastanti si contrappongono, chi vorrebbe una fiscalità più competitiva in grado di arginare la partenza di contribuenti e di attrarne di nuovi e chi auspicherebbe di tassare in modo più incisivo i grossi contribuenti. Il fine di queste due correnti di pensiero sembra essere comune: conseguire degli introiti per finanziari aiuti nell’ambito sociale e per il sostegno alle famiglie. Il mezzo per raggiungere questo obiettivo è in antitesi.
Il prossimo 29 aprile siamo chiamati ad esprimerci su quello che è stato definito un “Patto di Paese” (tra imprese, Stato e famiglie). Nel rapporto della Commissione speciale tributaria si trova questa citazione: “il buon pastore deve tosare le pecore, non scorticarle (Gaio Sventonio Tranquillo)”. E allora mi permetto di partire da qui.
Dai dati di preventivo 2018 del Canton Ticino si evince che il totale della spesa riguardante la politica familiare ammonta a CHF 90 mio; la spesa RIPAM (per intenderci i sussidi cassa malati) considerata al 50% (nell’ipotesi che il 50% della totalità di questi sussidi va alle famiglie) ammonta a CHF 144 mio. In totale otteniamo un importo complessivo di aiuti erogati alle famiglie che può essere valutato in CHF 234 mio.
Ora la riforma fiscale in votazione prevede, per quanto attiene le misure di “sgravio”, una riduzione dell’onere a carico del capitale delle persone giuridiche e una riduzione in due tappe dell’aliquota massima dell’imposta sulla sostanza delle persone fisiche. Anche in questo caso due cifre vanno considerate. Ai fini dell’imposta sul capitale l’1% delle persone giuridiche (270 aziende) pagano il 63% del gettito dell’imposta, pari a CHF 26 mio. Per quanto concerne l’imposta sulla sostanza l’1% dei contribuenti (2’022 casi con sostanza imponibile > 3 mio di fr.) genera circa CHF 46 milioni d’imposta (pari al 57.5% del gettito). In totale abbiamo entrate da questi tributi per CHF 72 mio. Quindi quasi 1/3 della politica familiare è finanziata dalle imposte di quei contribuenti che andiamo a toccare con questa riforma.
Al proposito due cose vanno ancora evidenziate. La prima è che il nostro Cantone conosce una fiscalità estremamente sociale; sappiamo infatti che in Ticino le deduzioni del reddito imponibile (per oneri assicurativi, per figli, figli agli studi, per cura dei figli da parte di terzi, per persone a carico, per doppi redditi) è superiore del doppio al resto della Svizzera. Noi andremo a votare ulteriori misure di politica familiare atte a favorire la conciliabilità famiglia-lavoro. La seconda è che non vi è nessun regalo ai ricchi. In effetti il 1° gennaio è già entrata in vigore (per questioni giuridiche) la misura contenuta nel pacchetto relativa all’aumento dell’imposizione dei dividendi (dal 60% al 70%), quindi prevedendo un aggravio d’imposta per gli azionisti. Anticipando di fatto il “Progetto fiscale 2017” ora al vaglio del Parlamento federale.
In conclusione ci si potrebbe quasi chiedere se le misure sociali contenute nel pacchetto siano giustificate a fronte di quanto appena espresso. Ma è altresì vero che una politica equilibrata deve tener conto di tutte le componenti sociali di un Paese.
È vero ed è giusto che questa riforma fiscale non è il raggiungimento di un traguardo, ma il primo passo di un percorso che dovrà permettere al nostro Cantone, viste le riforme federali imminenti e le pressioni che abbiamo subito e subiamo dall’UE e dall’OCSE, di rimanere attrattivo a livello nazionale e internazionale.
Le aziende e i grossi contribuenti devono poter avere un sistema fiscale competitivo.
Senza gli introiti fiscali generati da questi contribuenti il finanziamento della socialità e della politica familiare sarebbero messi a dura prova.
La riforma fiscale e sociale non si prefigge di metter in ginocchio nessuno, ed è forse bene ricordare che la metafora del buon pastore era anche stata ripresa dal social democratico svedese Olof Palme anni fa’. Occorre pertanto superare le barriere ideologiche e approvare la proposta in votazione, sostenuta da Governo e Parlamento.
Pubblicato su: Corriere del Ticino – 13 aprile 2018